Lo scorso 26 ottobre sono salita sul palco del TedXNapoli con un preciso scopo: mettere tutta la mia anima al servizio del mio Desiderio. Raggiungere con un messaggio di speranza e cambiamento i milioni di ragazzi e ragazze nel mondo che hanno uno o entrambi i genitori affetti da un disturbo psichico. Buttare giù il muro della vergogna e del silenzio, raccontare, oltre alle difficoltà i nostri tanti punti di forza. Portare un esempio concreto di come da un grande dolore possa nascere un progetto che agisce sul reale per modificarlo, un passo dietro l’altro, coinvolgendo le persone attorno a noi per creare una rete. Per uscire dall’impotenza e dall’isolamento e portare Luce.
Il video è online dal mese di dicembre, ma la notizia più bella è che da qualche giorno sono finalmente riuscita a tradurre i sottotitoli in inglese e farli pubblicare! Questo per me ha un significato enorme. Le lingue – chi mi conosce lo sa bene! – rappresentano da sempre una mia grande passione, trasmessami dai miei genitori. Proprio l’inglese ha permesso loro di conoscersi, incontrarsi e innamorarsi a Roma, tanti anni fa. L’inglese ha permesso a me, anni dopo, di trovare in rete informazioni che mi avrebbero salvato e messo nelle condizioni di diventare l’attivista che sono oggi. L’inglese mi ha permesso di entrare in contatto con altri figli di altri paesi e di ricevere un grande Dono che ho riportato nel mio paese e poi anche al Parlamento Europeo a Bruxelles. Capite bene perché il talk non potevo certo lasciarlo soltanto in italiano!
La notizia meravigliosa è che la community di volontari TED Translators ha raccolto il mio appello e si è già attivata per la traduzione del mio talk in arabo, cinese, spagnolo e portoghese. E non abbiamo alcuna intenzione di fermarci! Questo messaggio che ha già aiutato tanti in Italia, deve arrivare in ogni angolo del pianeta! Per aiutare altri figli in tutto il mondo a sapere che non sono soli. Per scuotere le coscienze e iniziare finalmente ad agire, tutti insieme, per una maggiore prevenzione e per dare alla salute mentale la stessa dignità e rispetto di cui gode la salute fisica.
Alcuni mi dicono che i tempi non sono ancora maturi per una condivisione spontanea su questo argomento. E so quanto sia vero, me ne rendo conto dalle difficoltà che incontro quotidianamente nel portare avanti la mia lotta (sono ormai dieci anni!). Eppure qualcosa sta cambiando, sempre più persone iniziano a mobilitarsi. E’ solo questione di tempo. Stiamo preparando il terreno per creare un futuro migliore per le prossime generazioni.
Ecco perché ho bisogno dell’aiuto di ognuno di voi. Condividete il video più che potete. Inoltratelo alle redazioni dei quotidiani, a chiunque pensate possa aiutarci a portare avanti questo messaggio. Potreste essere proprio voi ad aprire quella porticina per qualcuno che si trova adesso nella situazione in cui mi trovavo io anni fa…
Grazie Stefania! Una testimonianza molto emozionante, sono d’accordo con te quando dici che servono interventi nelle scuole. La salute è anche salute mentale ed è necessario che tutti ne siano consapevoli.
E se i tempi non sono maturi, allora diamoci da fare perché si evolvano. Ora, non domani. La storia ed il desiderio che ci porti, riguardano tutti noi. La necessità di immaginare e costruire una comunità che accoglie, che non etichetta, che ascolta, che condivide, è di tutti e per tutti. E solo insieme si può realizzare. La necessità di sradicare questo stigma vale anche per molti altri tabù, purtroppo ancora diffusi. E che pure causano sofferenza e solitudine. Anche per questo il messaggio di Comip è prezioso, globale, necessario.